MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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Il Guardiano del Faro, il moog e "Il gabbiano infelice"


Agli inizi degli anni Sessanta un ingegnere statunitense di origine tedesca, Robert Moog, inventò un sintetizzatore musicale a tastiera di particolare successo, al punto che la parola Moog divenne il sinonimo di sintetizzatore. Le sonorità del moog vennero utilizzate moltissimo negli anni a venire, anche nel pop-rock da band quali Beatles, Tangerine Dream, Kraftwerk e, in tempi più recenti, Beastie Boys. Il musicista al quale è associato, più di ogni altro, l'uso del moog è lo scomparso tastierista britannico Keith Emerson.


In Italia tra quanti rimasero affascinati dalle soluzioni musicali regalate dal moog vi fu Federico Monti Arduini, musicista diplomato in pianoforte al Conservatorio di Milano, che le cronache discografiche ricordano con lo pseudonimo Il Guardiano del Faro. Qualche anno fa, in occasione del cinquantesimo anniversario dell'invenzione di Robert Moog, Monti Arduini ci ha raccontato come si avvicinò a questo, per l'epoca, nuovo e rivoluzionario strumento: "Scoprii il sintetizzatore Moog, casualmente, negli anni in cui lavoravo come dirigente per la Ricordi, grazie ad un mio amico importatore che aveva fatto arrivare questo nuovo strumento nella nostra sala di registrazione: lo provai e rimasi affascinato dal suono."

Il colpo di fulmine tra Monti Arduini e il moog portò alla pubblicazione di un brano strumentale intitolato "Il gabbiano infelice" che ebbe grandissimo successo di pubblico finendo per raggiungere la prima posizione della classifica ed essere uno dei singoli più venduti del 1972. Questo il suo ricordo al proposito: "Sin da subito, cominciai a registrare un po' di materiale e al suono del sintetizzatore Moog pensai bene di sovrapporre quello di un pianoforte, di una chitarra e di altri strumenti: nacque così il brano "Il gabbiano infelice". Era il 1972. La canzone ebbe un successo commerciale straordinario e rappresentò l'inizio della mia carriera discografica come artista, durata quasi diciotto anni."


Il 45 giri "Il gabbiano infelice" – rivisitazione di "Amazing Grace" di John Newton, uno degli inni cristiani internazionalmente più noti - aveva come lato B "Oceano", che altro non era che "Il gabbiano infelice" registrato al contrario. L'infatuazione per quello strumento portò il musicista, che oggi compie 80 anni, a volere conoscere personalmente il suo inventore che, indirettamente, in qualche maniera, gli aveva cambiato la vita: "Fui talmente colpito dall'invenzione di Robert Moog che decisi di andarlo a conoscere nella sua fabbrica. In seguito al successo de "Il gabbiano infelice", Moog mi regalò un Polymoog, un sintetizzatore polifonico analogico messo in commercio per la prima volta nel 1975 e dopo la mia visita mi scrisse una lettera che conservo con cura; nelle poche righe di cui si compone la lettera, Moog mi ringraziava per la visita e si complimentava con me per il mio operato."


"Il gabbiano infelice" ebbe un successo che andò sicuramente aldilà delle più rosee aspettative di Federico Monti Arduini. Tra i punti di forza del brano vi sono certamente le particolari sonorità, una melodia accattivante, l'originalità e, non ultimo, il curioso pseudonimo che si era scelto l'autore. Il musicista milanese commenta così: "La musica che io proponevo insieme al mio sintetizzatore Moog era una musica di rottura rispetto a quanto circolava allora in Italia, alle canzonette incentrate sulle rime tra 'cuore' e 'amore': e credo sia stato proprio questo ad aver suscitato tutta quella curiosità intorno al progetto de 'Il guardiano del Faro'. "Il gabbiano infelice" suscitò una grande curiosità nel pubblico e nella stampa e in molti si misero alla ricerca dell'uomo che si nascondeva dietro al nome de 'Il Guardiano del Faro' (l'unico uomo che conosceva la sua vera identità era il mio amico importatore, al quale avevo tuttavia legato la lingua). Neanche la Ricordi, che curò la pubblicazione del disco, era a conoscenza del fatto che dietro al nome de 'Il Guardiano del Faro' si celava il mio stesso nome e il mistero andò avanti per mesi... Poi venni finalmente scoperto."

Nel 1973, Federico Monti Arduini, questa volta con lo pseudonimo Arfemo, compose la musica di "Tu nella mia vita" - le parole sono di Lubiak -, canzone che venne interpretata quell'anno al festival di Sanremo dal duo composto da Wess e Dori Ghezzi. Il brano ottenne un lusinghiero sesto posto nella classifica finale della manifestazione rivierasca, ma venne ancor più gradito dal pubblico che lo spinse fino al primo posto della classifica di vendita dei singoli in Italia.


Nel giugno del 1975 Il Guardiano del Faro tornò all'onore della cronaca quando si impose con il brano "Amore grande amore libero" nella dodicesima edizione di Un disco per l'Estate. Quello fu il primo anno che vennero ammessi alla competizione anche brani strumentali e fu proprio un brano strumentale a trionfare. Il 45 giri, che aveva quale lato B "Guarda, è mattino", riuscì a raggiungere il primo posto della classifica di vendita.