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Massimiliano Pani: «Il coraggio di Mina? Avermi concepito»

Massimiliano Pani: «Il coraggio di Mina? Avermi concepito»
Il figlio della cantante lancia il doppio album della madre: «Avere un figlio con un uomo sposato le costò tanto»
di Mario Luzzatto Fegiz
Massimiliano Pani: «Il coraggio di Mina? Avermi concepito»

«Nel 77 la mamma capì che la televisione stava cambiando. E anche il mondo discografico. Così decise di rendersi indipendente dalle logiche delle case discografiche. E di fare quello che le piaceva e sentiva. Non fu indolore. La Emi a fronte del suo rifiuto di fare promozione in tv o rilasciare interviste, stracciò il contratto nel senso che le tolse il minimo garantito». Così racconta Massimiliano Pani nel presentare il doppio album Italian songbook, primo capitolo di un progetto di sei antologie totali di Mina. Un riordino del suo repertorio con due canzoni inedite, Nel cielo dei bars (con la «s» del plurale anche in italiano che fu interpretata da Fred Buscaglione e che chiude l’album Orione) e Tempo piccolo (che chiude Cassiopea).

Mina mette così mano ai classici della canzone italiana trovando e scoprendo nuove letture come in Caruso o La lontananza. Per decenni la cantante ha pubblicato ogni anno un disco di inediti e un disco di cover. La scelta degli inediti è un lavoro a tempo pieno per Mina che riceve da autori noti e anche sconosciuti circa 3000 provini all’anno. Il che comporta dei ritardi: ora sta ascoltando quelli arrivati due anni fa. «Mina — spiega il figlio Pani — ha una attenzione molto forte ai testi. Quelli pensati in stile Mina la annoiano. Molti oggi sarebbero bollati perché non politicamente corretti tipo L’importante è finire o Bugiardo e incosciente».


Ma qual è il criterio di assemblaggio di motivi assai diversi fra loro? «Nessuno — spiega il figlio —. La mamma ha scelto quel che le dava emozioni o brani passati inosservati al momento dell’uscita. Una raccolta di opere sottovalutate più che un best of». Ma cosa è cambiato in questi decenni nel modo di lavorare di sua madre? «Direi che le nuove tecnologie le hanno consentito di ascoltare di tutto con facilità, nutrendo la sua curiosità illimitata. Il suo segreto è “usare la voce quando serve”, non strafare come altri fanno. Altra carta vincente l’aver creato un intenso rapporto professionale e umano con musicisti versatili come Massimo Moriconi, Alfredo Golino e Danilo Rea lasciando loro grande libertà espressiva.

Fra i brani riletti da Mina dove sono stati fatti interventi alla base musicale Il cielo in una stanza (ridimensionati gli archi), mentre le basi di Canzoni stonate, Una lunga storia d’amore e Almeno tu nell’universo sono state fortemente ritoccate. Non è mancato un momento di sarcasmo quando si è toccato l’argomento Sanremo. «Che ne è stato dell’idea di Mina direttrice artistica del festival? Alla Rai è piaciuta talmente tanto che non ha mai chiamato nessuno», il commento di Massimiliano, che proprio lui l’anno scorso lanciò la disponibilità della madre come selezionatrice dei brani del festival. La proposta fu accolta con gioia ma poi non se ne fece più nulla. Anche perché nel frattempo l’accordo con Amadeus prevedeva sia la conduzione che la direzione artistica.

Ma Massimiliano, cosa ammira di più di mamma Mina? «Il coraggio. Nell’arte come nella vita. Avere un figlio (io) con un uomo sposato le costò un linciaggio popolare e mediatico e soprattutto l’essere sbattuta fuori dalla Rai. Fu in quella occasione che Sergio Bernardini le tese la mano e la prese alla “Bussola”». Una riscossa che non si è mai fermata.