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SIAE: 'Ecco cosa ha perso l'Italia a causa della pandemia'


SIAE ha pubblicato oggi, lunedì 16 novembre, l'Annuario dello spettacolo relativo ai dati registrati nel 2019: l'ufficio statistico della Società Italiana Autori ed Editori è stato in grado di confrontare i numeri che hanno caratterizzato il periodo compreso tra il gennaio e il giugno dell'anno passato e quelli osservati nello stesso intervallo temporale del 2020. Le profonde differenze tra gli indicatori hanno dato una prima idea dei "costi" causati all'industria creativa dall'emergenza sanitaria da Covid-19, anche alla luce dei buoni risultati conseguiti un anno fa.

"Raccontare oggi, in pieno ciclone Coronavirus, cosa è stato il 2019 per il mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento ha un po' il sapore amaro delle cose perdute", ha fatto sapere, in una nota, il Presidente SIAE Giulio Rapetti Mogol: "Un anno che ha visto tutti gli indicatori generali in terreno positivo rispetto al 2018. Purtroppo tutti stiamo vivendo da mesi in un clima di angoscia e preoccupazione, e il settore dello spettacolo, che ha subito ingenti perdite e gravissime ricadute sui livelli occupazionali, è stato tra i primi a chiudere. Basti pensare che nel primo semestre 2020 gli ingressi si sono ridotti complessivamente di due terzi e la spesa del pubblico di tre quarti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia, volgendo lo sguardo al periodo pre-Covid, i dati ci confortano e ci danno fiducia: testimoniano, infatti, in maniera significativa, come il pubblico ritenga parte integrante della propria cultura e delle proprie capacità emozionali la partecipazione agli eventi di spettacolo. Partendo da questo importante presupposto dovremo, perciò, proseguire nel nostro impegno, anche inventando nuove forme di partecipazione".

"Tutti i dati, frutto del quotidiano, certosino e censuario lavoro della rete SIAE, ben danno il senso del dramma che, a causa dell’emergenza sanitaria, sta attraversando il settore dello spettacolo e dell’intrattenimento in Italia in tutte le sue componenti, dagli autori agli editori, dagli artisti alle maestranze, dai promoter agli organizzatori", ha fatto eco a Mogol il Direttore Generale SIAE Gaetano Blandini: "Studiarne gli effetti ed i prevedibili tempi di recupero è quello che SIAE ha cominciato a fare per dare il proprio contributo in termini di idee e di proposte".

A livello macro, nel 2019 tutti gli indicatori dell’attività di spettacolo sono stati in terreno positivo rispetto al 2018: aumentati gli eventi proposti (+ 1,10%), oltre 246 milioni di biglietti o abbonamenti acquistati dagli spettatori (+ 5,82%) con una spesa al botteghino che ha sfiorato i 2,8 miliardi di euro (+5,49%). Quest’ultimo dato si avvicina ai 5 miliardi di euro (+ 2,91%) se si aggiungono i servizi accessori offerti agli spettatori dagli organizzatori in connessione o durante gli eventi. La crescita dell'offerta di spettacoli (+47.420, pari ad una crescita del +1,10%) e di spettatori (con un aumento di 13.553.122 biglietti e abbonamenti, pari a +5,82%) ha permesso di registrare la seconda miglior performance degli ultimi cinque anni con 246.383.395 ingressi totali.

La deflagrazione dell'emergenza sanitaria a partire dallo scorso mese di marzo ha ovviamente interrotto il trend posivito, come evidenzia il confronto dei dati tra il primo semestre del 2019 e quello del 2020:

Riguardo al settore musicale, l'attività concertistica ha visto calare il numero di eventi di 14.353 unità, pari al 72,57%, con oltre sei milioni di ingressi in meno, con un calo di oltre l'80% su base annua. La spesa al botteghino ha conosciuto una contrazione dell'86,48%, con una perdita di oltre 188 milioni di euro, con un calo di spesa del pubblico di oltre 218 milioni di euro (-86,72%).

Il medesimo scenario è stato fotografato nell'ambito dell'attività delle sale da balle e dei "concertini" (termine utilizzato per indicare gli eventi dal vivo minori ospitati da locali come discoteche, pub, ristoranti e bar): con una contrazione del 71,38% (pari a 230mila spettacoli in meno rispetto al 2019) per un calo negli ingressi quantificabile in quasi otto milioni di unità (-68,68%), il comparto ha visto calare la spesa al botteghino di quasi 75 milioni di euro (-68,29%) per un calo della spese del pubblico del 73,89%, pari a una perdita di poco meno di 338 milioni di euro.