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Nuovi dischi italiani: 80 in cinque giorni. Ma siete impazziti?

Nuovi dischi italiani: 80 in cinque giorni. Ma siete impazziti?
Un fenomeno di sovraproduzione che denuncia la mancanza di una selezione a monte - di cui ci sarebbe tanto bisogno

Di Franco Zanetti
La scorsa settimana, dal 28 settembre al 2 ottobre, ci è stata segnalata (naturalmente con preghiera di scriverne su Rockol) l'uscita di nuovi dischi di:


Latta
Daniele Gatti
Antonio Carluccio
Yosef
Renato Caruso
Diego Moreno
Francesco Sacco
Senz'R
Nicola Russo
Young Signorino

Roberta Finocchiaro
Lucia Manca
Gazzelle
Elasi
Gianni Bismarck
Batcaverna
Profugy
Luci Da Labbra
Dioniso
Raige

Villabanks
Charlie and the Cats
Ruggero
Lilo
Deiv
Seryo
Ariè
Gaspare Pellegatta
Francesco Bellucci
Ensi

Cizco
Marta Pistocchi
Il Conte Biagio
Random
Pashabeats
Oro Bianco feat. Nerone
Brenta Briscoe
Mattia Salvadori
Socialeyez
Marco Parente

Daniele Meneghin
Bizzy Classico
Conza
Donni
Michele Mazzola
Posaman
Massimo Bigi
Kid Kontrasto
Matteo Carmignani
La Crisi di Luglio

Cloude
Espana Circo Este
Giuseppe Binetti
Moga
Nahaze
Riccardo Inge
Alberto Lombardi
DJ Gengis
Chico
Lamine

Andrea Fornari
Conte Bros.
Biba
Gianluca Capozzi & Raf Mc
Mattia Caroli & I Fiori Del Male
Davidof
Dea
Stefano Delta
Anna

Livio Cori & Giaime

Emonis
Andrea Gioia
Iza & Sara
Lavigna
Patrick
Pierpaolo & Giorgina
La Scelta
Riccardo Trovato
Anteros
Riccardo Inge


Non state a contarli: sono 80 (e qualcuno mi sarà sfuggito). Li ho elencati qui sopra perché temevo che qualcuno non mi credesse. E sono solo le produzioni italiane - ripeto: solo quelle italiane - che ci sono state segnalate - ripeto: solo in cinque giorni feriali della scorsa settimana - tramite ufficio stampa. Via Facebook (uno strumento che la redazione di Rockol non utilizza per raccogliere segnalazioni) ne sarà arrivata un'altra decina. Come potremmo dare notizia di tutte?

Chissenefrega, direte giustamente voi. Problema vostro. (Però non è solo nostro: è un problema che riguarda anche tutti quelli che vorrebbero trovare visibilità attraverso Rockol). Ma questo articolo non serve per spiegare il perché nessun giornale, nemmeno quello con la redazione più ampia e meglio intenzionata, potrebbe dare spazio a tutte queste uscite; moltiplicate 80 per le settimane dell'anno, escludendo le due di Ferragosto, e arrivate a 4.000. Quattromila nuove uscite in un anno. Più di undici al giorno, contando anche i giorni festivi. Senza contare le produzioni internazionali, che sono altrettante, se non di più.

Questo articolo serve invece per dire: smettetela.
D'accordo che tutto è cambiato, che ormai la musica passa dallo streaming, che è tornato in auge il singolo. Ma davvero qualcuno crede che il patetico (economicamente, e non solo) mercato discografico italiano possa assorbire questa continua onda di piena?
Davvero qualcuno crede che più di uno su mille, per citare la solita canzone di Gianni Morandi, ce la farà a farsi notare?

A che serve, e a chi serve questa mostruosa sovraproduzione? Alla vanità personale dei cantanti? Agli studi di registrazione dove le canzoni vengono incise (ma anche no, visto che ormai quasi tutti fanno tutto in un home studio)? Alle etichette discografiche, grandi, piccole e artigianali? Agli pseudoregisti che girano video da prima comunione o da vacanze al mare? Agli uffici stampa che si fanno pagare per mandare duecento email senza fare mai una telefonata di rinforzo, sperando che i comunicati vengano copiaincollati acriticamente?

Amici, fermatevi. O almeno rallentate al minimo. Così non si va da nessuna parte. Bisogna ripristinare una selezione a monte, non è possibile che tutto quello che si produce arrivi al mercato. Un po' di buon senso...

Franco Zanetti