MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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Celentano fa il bis, l'Arena lo acclama, dimentica le canzoni ma è un trionfo



Secondo e ultimo appuntamento con "Rock Economy" a Verona. "È stata dura prepararmi, non mi ricordo le parole". Ma lo show è comunque un successo. "I ricchi ci daranno una mano a ricostruire questo Paese, Leonardo Del Vecchio della Luxottica, Benetton, Prada, lo stesso editore di questa trasmissione che è grazie a lui che si è potuta fare, i padroni della Fiat". Lo striscione: "Sei la colonna sonora dei momenti più felici della nostra vita". E "gluck" è trending topic su Twitter


Traffico in tilt dal pomeriggio, spettatori in coda, bagarini, t-shirt tarocche, un circo intorno all'Arena di Verona. Per la seconda serata di Rock Economy c'è più attesa che per la prima. Sarà che deve ancora cantare alcuni dei suoi successi più amati, sarà che lo show della prima serata eccitato i sensi dei fan, tutti vogliono Adriano. E quell'invocazione, "cantaaa!", volata dalla platea durante uno dei suoi silenzi che preannunciavano un sermoncino, non lo ha lasciato indifferente. "Stasera solo musica, niente chiacchiere", pare abbia detto a poche ore dallo spettacolo. Pronto a bissare, se non a superare, il successo della prima serata 1, ascolti record per la diretta di Canale 5 con una media di 8 milioni 918 mila telespettatori 2 e il 31.80% di share. Anche dimenticando i passaggi di alcune canzoni. Ma ci pensa il pubblico in coro a tappare i buchi, e va bene così. Meno bene invece, per chi segue da casa, che Adriano abbia cominciato a cantare Azzurro mentre andava in onda lo stacco pubblicitario. Al rientro in diretta, per il pubblico di Canale 5 solo metà canzone.



Adriano numero due parte da dove aveva lasciato il pubblico. Era uscito di scena - con Gianni Morandi - con Prisencolinensinainciusol, rientra in scena dalla stessa porta avvolta dal fumo con Mondo in mi 7. La scena è la stessa, stesso abbigliamento - non va dimenticato che Rock Economy diventerà un dvd, serve continuità - lui sembra più disteso, sorride e si molleggia. Il primo impatto, la sera precedente, con i 12mila dell'Arena, a diciottanni dall'ultimo live, non dev'essere stato una passeggiata nemmeno per lui.

In platea striscioni e ovazioni, anche se il gobbo ogni tanto lo tradisce, "uaah, non riesco a leggere..." dice, a metà di Soli, poi però L'arcobaleno la fa tutta d'un fiato, peccato che si perda qualche parola di Storia d'amore, nobilitata alla fine dalla fisarmonica del maestro Fio Zanotti. Fra una canzone e l'altra confessa, "è stata dura preparami per questi concerti, non ricordavo più i testi delle canzoni, diciotto anni sono tanti. Qui a Verona andavo in giro e la gente mi vedeva che parlavo da solo, ripassavo le parole, e a volte scambiavo un testo con un altro", e attacca un medley che mette insieme S'è spento il sole, Esco di rado (e parlo ancora meno) e soprattutto Ringo. Prende la chitarra e rifà Il ragazzo della via Gluck, l'aveva già cantata nella prima serata ma il pubblico pagante è diverso e avrà pure diritto di cantare a squarciagola i classiconi, visto che, come recita uno striscione, "Sei la colonna sonora dei momenti più felici della nostra vita". E "gluck" diventa trending topic su Twitter.

Dopo Yuppi-Du cede alla tentazione del monologo. Teorizza la necessità dello "scatto", quello che serve per una "rivoluzione che cambi le nostre vite", "sembra utopia ma è proprio fra le pieghe dell'utopia che si nasconde il segreto per risolvere la crisi", perché "è ridicolo pensare che tutto il casino che sta succedendo nel mondo sia riconducibile a meschine speculazioni economiche". Tutti uguali, dice "quelli lassù che hanno avuto il 99 per cento di sconto (i biglietti messi in vendita a un euro per volontà dello stesso Celentano, ndr) e questi davanti, che per il biglietto si sono venduti la casa". Poi, "finito lo spettacolo, torneremo a casa, soli", perché "stare insieme significa essere legati da qualcosa che ci tiene uniti anche quando siamo soli, è questo che i politici non hanno capito, invece siamo tanti pezzi di un motore che non trovano assemblaggio". "C'è la possibilità di ricostruire il patrimonio dell'Italia, perché è di questo che abbiamo bisogno per non sentirci slegati l'uno dall'altro. E stavolta, sentite cosa vi dico, anche i ricchi ci daranno una mano. Alcuni ricchi come Leonardo Del Vecchio della Luxottica, Benetton, Prada, lo stesso editore di questa trasmissione che è grazie a lui che si è potuta fare, i padroni della Fiat".

Si tratta, continua, "di individuare un filo sottile e credere in un progetto. Se dovessimo fare una classifica per stabilire gli ideali ai quali l'uomo aspira, dopo l'amore c'è la bellezza del proprio habitat. I tempi sono maturi per ribaltare questo apatico sistema di vita, se tutti combattiamo per la stessa idea: la bellezza delle cose. Dove le verità non ci vengono rivelate da governi o dai politici ma dalla vita stessa della natura, che non può essere abbandonata. e l'arte è nella natura, e viene da Dio". E a proposito di bellezza, "una canzone che piaceva tanto a Sophia Loren", Straordinariamente, "ciao Sophia".

Ma ciao anche a Lucio Dalla. L'omaggio quando fa il suo ingresso sul palco Gianni Morandi. Standing ovation del pubblico, Morandi canta Caruso, "probabilmente era la sua canzone più bella". Poi gli dedicano Sei rimasta sola, gigioneggiano un po', scherzando sulla memoria di Adriano ma poi viene giù l'Arena con Una carezza in un pugno, con Morandi che gioca a fare il fotografo di scena. Mini-invasione di campo alla fine di Ti penso e cambia il mondo: una spettatrice sale sul palco, lo abbraccia e lo bacia, viene dalla Russia e grida "Adrianoo". Poi - sono appena passate le 23 - arriva lo stacco pubblicitario ma intanto Adriano sta cantando Azzurro. E così, quando la linea torna a Verona, il pubblico di Canale 5 si gode solo la parte finale di uno dei brani più amati di Celentano. Che poco dopo saluta il pubblico così come lo aveva salutato la sera precedente: con Prisencolinensinainciusol accompagnato dalle coreografie dei ballerini. E con migliaia di persone in delirio.

Alessandra Vitali

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