Guai a parlare a Franca Valeri dei 90 anni che compie questo sabato 31 luglio. È stata bersagliata da ogni tipo di augurio, omaggio, festeggiamento, ritratto ed elogio, è stata intervistata in prossimità del compleanno con l’ottimo pretesto di parlare del suo futuro e cioè di quando a gennaio del 2011 reciterà al teatro Valle di Roma nella sua nuova commedia Non tutto è risolto (ah, la preveggenza sociale dei titoli…), è stata ancora una volta messa in grado di fare generosa pubblicità alla sua pubblicazione la Repubblica delle code che è una rivista indipendente per cinofili rintracciabile su internet, è stata debitamente ri-biografata, ri-raccontata e ri-mitizzata.
Ma ha sempre dribblato con eleganza le insistenze più o meno collaterali sull’argomento età, sul tema del suo novantennio, sulla filosofia di lei nonagenaria. Allora dritto per dritto, e in virtù di un’amicizia che ci ha sempre fatto ridere di qualunque cosa, ho pensato di proporle una chiacchierata che a dispetto di tutto, e delle sue mai convenzionali idee, vertesse solo ed esclusivamente sugli anni che passano, sull’anagrafe sua e degli altri, insomma una conversazione su una materia che in queste ore la assilla, la assedia, la assale.
Franca, parliamo del concetto sciagurato e molesto dell’età…
«Va bene. Merita una riflessioncina. L’età dell’uomo si è allungata, e contemporaneamente sono cresciute le occasioni per liberarsi di un bel po’ di gente giovane (vuoi attraverso gli incidenti stradali, vuoi con le droghe, vuoi a causa della piaga inestinguibile e sempre rigenerata delle guerre). Nel frattempo, a proposito di immaginario, si continua purtroppo spesso a considerare una notizia il fatto che qualcuno compia 90 anni, perché in passato effettivamente non ce n’erano molti in giro, e mi riferisco a quei pochi e poveri vecchietti piegati in due…»
Mentre adesso?…
«Adesso tutto è cambiato, ci sono in circolazione parecchi centenari, e la longevità poggia sulla salute, tant’è che non è difficile avere un buon fisico grazie al quale arrivi anche a collezionare cento primavere, e io ad esempio fortunatamente me la passo bene, non ho più l’elasticità e le forze di quando ero quarantenne, però la testa mi funziona ugualmente e anche di più»
Ciò non toglie che susciti la sorpresa, i complimenti, gli onori della gente e dell’ambiente artistico…
«Sì, a costo di dovermi sentir dire tante e tante volte “Brava, ancora recita?”. E non sanno che io magari mi dimentico il nome di qualcuno ma mai la parte da imparare a memoria per uno spettacolo. E poi, lasciamelo dire, tutto questo traffico attorno al mio compleanno, beh diciamo che è un po’ incredibile…»
Ma sono tutti amici, persone del tuo mondo, giornalisti e artisti che ti vogliono bene…
«Ma sì, è vero, mi fa anche piacere, e infatti mi presto come posso, però un po’ di involontario disagio si crea, perché uno sta lì a fare tante cose e a pensare tante cose, ed ecco che da un certo momento in poi ti viene ripetutamente messo nell’orecchio che sei un vecchio, faccenda a cui non era detto che tu stessi pensando»
Vogliamo guardare indietro nel tempo, per scoprire che al compimento di qualche altro tuo decennio d’età hai invece festeggiato, hai condiviso l’anniversario?
«Io non ci ho mai tenuto molto. Molte persone ti dicono “Stasera non posso fare questo o quello perché ho un compleanno”, e c’è chi aff itta dei locali, fa cene pazzesche, probabilmente per avere dei regali. Io no. Sarà che compio gli anni in piena estate, stagione in cui gli amici erano e sono fuori, e mio padre ha sempre avuto un buen retiro in campagna, e i conoscenti hanno in genere prenotato alberghi… Al massimo ho festeggiato assieme a mio fratello, nato d’inverno»
E il rapporto con l’ammontare esatto dei tuoi anni è sempre stato trasparente, o hai qualche volta, diciamo per motivi di lavoro, manomesso e diminuito l’età?
«Se consideriamo il comportamento più naturale e diffuso tra le donne, prima effettivamente a signore e ragazze non piaceva granché ricordare l’età, e pronunciare la parola “cinquant’anni” era una sofferenza, ma adesso ho notato che il fenomeno s’è invertito, ora ci tengono, si mostrano, s’inorgogliscono. Quanto a me, non ho mai fatto carte false (o documenti falsi: sì, si cambiavano pure le carte d’identità, un tempo), e da quando ho lasciato il mio nome vero Franca Norsa per il mio nome d’arte Franca Valeri tutti sanno tutto di me, mi sarebbe stato addirittura impossibile bluffare sul numero degli anni che avevo»
Un pensiero sulla differenza tra la vita umana che s’allunga e la vita degli animali, mi riferisco ai cani cui sei tanto devota, che invece è drasticamente più breve…
«È un’ingiustizia della natura, questa cosa. Però loro, chissà, vivono più intensamente. Ecco, è proprio dai cani che amo essere festeggiata. Mi basta che mi vengano incontro così come sanno fare di solito. Ora però ti devo lasciare, sono arrivati due ragazzini bellissimi con uno stupendo mazzo di fiori e…»