Quell'amico in affitto - di Mina - La Stampa 25.07.2010
Quell'amico in affitto - di Mina - La Stampa 25.07.2010
L’amicizia è un bene prezioso. È inutile scherzare su una tale banalità. Oggi se ne conosce anche il prezzo. Se non ci credete, fatevi un giretto sul sito «RentAFriend.com» (aff itta un amico.com). Catalogo, tariffario, un «che Dio me la mandi buona» e tutto è pronto. Ci si accorda sul quando, sul dove, sulla durata, sul contenuto, sul piano di lavoro. Il sentimento, paf, nasce subito e, badate bene, sarà contrattualmente sincero perché platonico. Si tratta di una clausola obbligatoria, inviolabile. E proprio qui sta la genialità di Scott Rosenbaum, l'inventore del malinconico giochino.
È un po' come se, in chiave antisessuale, avesse reinventato il più antico mestiere del mondo. Infatti c'è il suo bel lato magnaccia: viene fatto proselitismo per arruolare i lavoratori dell’amicizia. L'offerta di lavoro è allettante dal punto di vista economico. Si cercano ciceroni, buongustai, cinefili, tifosi, intellettuali, bellimbusti e, molto ricercati, i multiuso. Poi c'è il lato marchettaro (leggi marketing): viene proposta al pubblico l'ampia scelta, con relativa esplicita esposizione di specialità e convenienze. Insomma si cercano e si offrono «amiconi» per ogni possibile richiesta. Il tutto avviene, come vuole la modernità, non in una casa chiusa, non in un viale alberato, ma nel «romantico» web.
Il mondo dei single involontari, dei soli occasionali o cronici o recidivi, vede finalmente disegnata la speranza e si scatena nella voglia di sconfiggere il vuoto di un monologo, della impossibilità di condivisione. Mai più visite turistiche senza un commento bilaterale, mai più cene senza guardare in faccia uno che sta mangiando lo stesso cibo, mai più la disperazione di una domanda senza risposta. Da molto si sapeva che si può comprare tutto. Rimaneva ancora poco di sacro, conservato per le occasioni speciali a insorgenza spontanea.
L’amicizia sembrava essere il più intoccabile dei beni, il meno probabile dei farmaci da banco, il più snob tra i sentimenti da spendere. Oggi viene presentata in un’asta con valore iniziale di dieci dollari l’ora. Addio Mercuzio, Orazio, Niso e anche Patroclo. Compero, compero, compero, vediamo un po'. Ecco, ho un’idea. Mi compero, al primo prezzo, proprio Scott Rosenbaum. E il consiglio glielo do io: lo costringo a ritirare il suo business. Provo a convincerlo a lasciarci in pace, facendogli «un’offerta che non può rifiutare».