Valentino ha già vinto - di Mina - La Stampa 18.07.2010
Come mi piacerebbe essere lui. Solo per un paio di settimane! Magari proprio queste ultime due, con tutti i problemi e con tutto il coraggio che lui comunica. Con semplicità. Sorridendo. Non è consueto vedere il sorriso sulla bocca di chi è il primo, il primissimo, direi quasi il numero zero nella sua specialità. Lui ha questo dono. Sembra che prenda le domande che gli pongono, sempre le stesse, con leggerezza. Non si infastidisce mai quando viene assaltato da turbe di fans. Insomma, per usare un modo di dire che non amo, ma che meglio di tutto esprime l’idea, non se la tira. Quando potrebbe, e come.
È spiritoso. È bello. È Valentino Rossi. Che torna oggi. Un mito intatto che, finalmente, giustifica in pieno il nostro orgoglio. È un incanto poter dire che lui è nostro. Lui che realizza i nostri desideri. Lui sì. Senza interpretazioni, senza giudizi. Se ci ripenso, tutto si è svolto in un attimo. Un volo pauroso apparentemente quasi senza ragione. Un dolore violento dimostrato da una smorfia, per fortuna, ad occhi aperti. Lo stomaco, il cuore, un urlo, tutto nella gola di ogni mamma. Poi pochi attimi di silenzio, con brevi interrogativi, diversi tra loro, di medici, di fans, di telecronisti, di pubblicitari, di direttori sportivi, di amici. Poi, ancora, il boato per la sua voce che ci voleva informare della voglia di guarire e in fretta.
Le mamme risistemano i loro organi interni e tutto il resto si ricompone. Senza di lui la sequenza di vittorie di Lorenzo sembra un intervallo con le fatidiche pecorelle incorporate. Il programma sta per ricominciare. Molto bene. Il fenomeno si ripresenta incastrato in una moto che sembra un pezzo di lui, più che un mezzo meccanico. Tanto è vero che, senza moto, Vale ha bisogno di stampelle. Ognuno di noi starà pensando a viti, chiodi, stecche di metallo, osteoblasti, cicatrici, dolore. Lui sicuramente no. Domerà i cavalli del motore e le bizze dei suoi pensieri. Spero che ci dedichi i sorrisi di sempre, i gesti scaramantici di sempre, il genio di sempre. Le mamme, pur tranquillizzate per la pronta guarigione, tenderebbero a provare a pronunciare parole di prudenza. Non starà ad ascoltare niente e nessuno. Probabilmente sarà già stufo di stare senza la gara che per noi è emozione e per lui sembra essere una passione, un gioco. Oggi, e non glielo auguro, potrebbe non arrivare primo. Ma il vincitore sarà sempre lui.