MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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Whitney Houston, la Tyson del pop - Concerto per fiato corto e gran tifo

Mi è venuto in mente Mike Tyson, che gira il mondo a raccontare di com'era, quando era un fenomeno. Anche Whitney Houston, che qualche ora fa è stata protagonista di un tribolato concerto al Forum di Milano - con 8.700 spettatori paganti, tutti impegnati in un amorevolissimo tifo - gira il mondo a raccontare, con la sua presenza (e in qualche modo le sue canzoni) di quand'era un fenomeno. Ma lei è costretta a continuare a tirare pugni, per farsi guardare e ascoltare.
Mi ha fatto una grandissima pena. Ci sarà qualcuno, che vuole bene a questa donna, a questa che è stata un'artista di primo piano, con una voce mai vista? O ci sono solo prof ittatori, intorno a lei, che vogliono continuare a guadagnare sul fenomeno, convincendola quindi a rimanere - almeno nella sua presenza fisica - tale? Intorno al tour, nel mondo si susseguono recensioni spernacchianti, gli inglesi sono stati crudelissimi ("una serata orribile e frustrante", ha riassunto un quotidiano della perfida Albione).
La migliore delle ipotesi è che questa donna, a 46 anni e dopo dieci di vita non salubre, non sia ancora pronta per il ritorno.
Lo show è una specie di "Aspettando I Will Always Love You", dodici canzoni in croce o poco più con i medley, con orchestra e sfondo music-hall, quattro ballerini e altrettante coriste, pause infinite il fratello maggiore in pista a cantare (mestamente) per consentirle il cambio d'abito.
"Cantare" è una parola grossa. Gonfia, con il viso teso nello sforzo, gli occhi spesso alzati al cielo, spesso non ripresa in primo piano dal maxischermo, Whitney si cimenta più spesso in piccole fughe di vocalizzi, essai, sprazzi delle antiche virtù, tentativi di ritrovare la propria identità artistica. Le cadute sono specialmente chiare nella seconda parte del programma che chiama in causa i vecchi hit, appena citati o inseguiti, finché arriva il ritornello cruciale di "I Will Always Love You" e lei in qualche modo riesce a finire la frase in tonalità alta, e tutti scattano in piedi, come se avesse fatto goal.
Meglio la prima parte, con le canzoni nuove dell'album da tre milioni di copie vendute "I Look To You". In quelle atmosfere con le tonalità più adatte alle difficoltà del momento, più moderne, più soft, seppur con il fiatone che si avverte dal microfono a bocca, una Withney diversa prova che potrebbe ricominciare a vivere. Purché, appunto, diversa.
Suonano patetici i racconti del raffreddore, che blocca le corde vocali ("come sapete sono come muscoli, che debbono essere esercitati") . E' triste e strumentale il ricordo di Michael Jackson, con "Song for You". Saltano titoli, si allungano pause.
Lo spettacolo principale sono le difficoltà di Whitney. Brutta storia.
(pollice verso per gli organizzatori italiani, che non hanno neanche trovato uno sgabuzzino dove i giornalisti potessero scrivere, costringendoci fra il pubblico a dettare o trasmettere in immani difficoltà).


Marinella Venegoni
www.lastampa.it

Whitney Houston live @ Mediolanum Forum - I will always love you - 03/05/2010

Whitney Houston live @ Mediolanum Forum - I will always love you - 03/05/2010