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Addio a Mino Reitano, voce del Sud

Addio a Mino Reitano, voce del Sud




Il cantante aveva 64 anni: era malato
da tempo. Da giovane cantò coi Beatles
ROMA
È morto questa sera dopo una lunga malattia Mino Reitano. Il cantante, 64 anni, si è spento nella sua abitazione di Agrate Brianza, assistito dalla moglie Patrizia e dalla figlia Giuseppina Elena. Reitano era malato da due anni, ed era stato sottoposto a un intervento chirurgico un anno e mezzo fa e, successivamente, nello scorso novembre. I funerali del cantante, che lascia anche un’altra figlia, Grazia Benedetta, si svolgeranno giovedì alle 15 nella chiesa di Agrate Brianza.

Reitano, uno dei cantanti più popolari e amati dagli italiani, era nato a Fiumara, in provincia di Reggio Calabria. Per otto anni studiò al conservatorio violino, pianoforte e tromba. Giovanissimo emigrò in Germania e proprio qui, in un locale di Amburgo, si esibì sullo stesso palcoscenico insieme ad un gruppo che nel giro di pochi anni diventerà famoso in tutto il mondo: i Beatles. Nel 1966 partecipò a Castrocaro e nel ’67 al Festival di Sanremo. Nel ’68 arrivò al primo posto della Hit Parade italiana con una sua composizione : "Avevo un cuore che ti amava tanto". Dal quel momento iniziò la scalata verso il successo con riconoscimenti di ogni genere, dischi d’oro e tournè e in tutto il mondo.

Per otto anni Mino partecipò a Canzonissima, la più importante manifestazione canora televisiva degli anni 70, giungendo sempre in finale e classificandosi ai primi posti. La televisione gli ha affidato innumerevoli shows e nel ’77 si cimentò nei panni dello scrittore con un romanzo intitolato "Oh Salvatore", opera che godrà di onorificenze dai più prestigiosi premi letterari d'Italia. Nel 1988 tornò al Festival di Sanremo con la canzone "Italia" e, sempre a Sanremo nel ’90, presentò "Vorrei". E poi le innumerevoli partecipazioni ad altri spettacoli televisivi e, nel ’91, ancora a Sanremo con "Ma ti sei chiesto mai". Dal ’93 in poi tournè negli USA, Canada, Australia e in altri paesi del mondo. Condoglianze sono giunte alla famiglia da molti personaggi del mondo della musica e dello spettacolo.

«Mino Reitano era un bravissimo ragazzo, ostinato, il classico emigrante con grande voglia di arrivare, esuberante, simpatico». Pippo Baudo ricorda commosso il cantante. «Nonostante il finale tragico e la sofferenza che durava da parecchi anni - sottolinea Baudo - Mino è stato fortunato, perchè ha avuto dalla vita quello che voleva, passando dall’anonimato della provincia meridionale ai palcoscenici più importanti del mondo dello spettacolo, del quale è diventato a pieno titolo un protagonista». Di Reitano, Baudo cita «i grandi successi a San Remo, ma soprattutto a Canzonissima, con la sua capacità di coinvolgere centinaia di migliaia di persone, che da casa lo votavano senza esitazione, e di farsi notare, con esibizioni che a qualcuno talvolta sembravano eccessive. Ma aveva anche l’animo del compositore».

Si dice «molto addolorato» anche Little Tony. «Era un collega e un amico speciale, prezioso, da 40 anni. Ci siamo sentiti ogni settimana, io cercavo di incoraggiarlo in tutti i modi. Lui viveva la malattia con grande entusiasmo - aggiunge - mi diceva sempre che voleva fare un programma in cui io facevo Dean Martin e lui Frank Sinatra. L’anno scorso a Sanremo avrebbe voluto cantare in coppia con me, ma era già malato». Per Little Tony, Reitano, insieme a Celentano, Morandi, Al Bano e Bobby Solo, faceva parte di quel gruppo di artisti con cui ha sempre vissuto la sfida canora negli anni ’60, ma precisa: «Con Mino e Bobby ci siamo frequentati anche fuori dal lavoro, in tutti questi anni. Con lui c’era un’amicizia forte. Era dolce, modesto e si comportava sempre nel modo giusto. Era una persona speciale, particolare. Sua moglie Patrizia gli è stata vicina in questo calvario».