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Mara Maionchi a «Belve»: «Tiziano Ferro non ha capito la fortuna di avermi incontrata»

Mara Maionchi a «Belve»: «Tiziano Ferro non ha capito la fortuna di avermi incontrata»
diRedazione Spettacoli
La discografica, intervistata da Francesca Fagnani, ha parlato anche del tradimento del marito e del conflittuale rapporto con la madre


Tante rivelazioni e qualche sassolino tolto dalla scarpa anche per Mara Maionchi, ospite domani sera a «Belve» insieme a Francesca Pascale e Piero Chiambretti: nell'anticipazione della puntata, la discografica risponde anche a una domanda di Francesca Fagnani su chi, tra gli artisti, non abbia capito che incontrarla sia stata una fortuna: «Tiziano Ferro - risponde Mara - perché non ha pensato che sia io sia mio marito l'abbiamo aiutato a essere quello che alla fine, in parte, è».

Mara Maionchi ha parlato poi del gioco d'azzardo, riflettendo sul fatto che si tratti di una sua dipendenza: «Non so se dire se ho una dipendenza, però mi piace, poi mi contengo». Da un casinò, le ricorda Fagnani, fu interdetta, con una lettera autografa: «Sì, mi sono fatta sospendere, esageravo. Quello era un modo per difendersi».
Mara non si sottrae neanche a confidenze sulla sua vita privata, raccontando il tradimento del marito, Alberto Salerno: «Devo ammettere che in parte è stata anche colpa mia se ha cercato qualcosa fuori. La luce rossa non c'era mai, una tragedia insomma - dice ridendo-. Sessualmente sono un po' modesta... Non sono proprio portata per le luci rosse, ho sempre l'abat-jour».

Maionchi torna anche sulla sua infanzia e racconta il conflittuale rapporto con la madre che non andò neanche al suo matrimonio: «Non è venuta perché ha detto che a lei i matrimoni facevano tristezza. Mamma era strana, non era una donna affettuosa, però è stata molto forte”».

Fagnani allora chiede: «Ma a lei è andato bene così, oppure le è mancato qualcosa?» e Maionchi confessa: «Qualcosa mi è mancato, l’ho sollecitata tutta la vita a darmelo l’affetto, un abbraccio, una cosa… ma lei non ce l’aveva. E l’ho capito dopo. Ognuno è come è».